INTERNET E BUSINESS:
CONCETTO DI APPARTENENZA AD UN NETWORK SOCIALE
Internet è nata per connettere, mettere in comunicazione e far cooperare diversi centri nodali diversi e distanti fra loro.
Tecnologia comunicativa militare, poi dirottata sulla comunicazione sociale e infine “piegata” al volere del Business, è diventata negli anni un elemento che sembra sia sempre esistito nel tessuto connettivo mondiale.
Anche chi ha qualche anno in più fa fatica a ricordare tempi in cui Internet non esisteva. Certo, i ricordi sono sempre vivi. Ma il pensiero non coglie mai i momenti in cui Internet era al di là dal venire. Più facile ricordare quando non c’era il computer o il cellulare. Ma Internet...
Questo dà la misura della potenza dirompente con cui questa tecnologia, un po’ amica e un po’ nemica, si è innestata nelle nostre vite e nei nostri tempi sociali.
Nel Business, è diventata la panacea di molti mali, ha salvato aziende in crisi e in generale, essendo la comunicazione a 360° elemento vitale per la vita lavorativa di qualsiasi attività che voglia ricavare un guadagno dallo svolgimento del proprio lavoro e/o dalla vendita dei propri prodotti, è diventata strumento insostituibile.
Certo, Internet non è solo questo, e come tutte le cose ha il suo rovescio della medaglia. E per certi aspetti non è un rovescio leggero. Ma qui parliamo di business aziendale, ed è cosa assai
diversa.
Molto spesso il concetto di comunicazione e di centri nodali viene inteso in senso unilaterale, cioè solo a livello “meramente” pubblicitario (termine rivolto alla modalità di gestione del mezzo, non alla valenza della pubblicità, talmente importante da avere un capitolo dedicato a parte). In questa ottica, la comunicazione aziendale percorre i soliti canali vetusti e stantii, come giornali più o meno quotidiani e più o meno provinciali, elenchi e archivi di nomi variamente composti e acquistati a prezzi stracciati da fornitori sconosciuti, telefono, manifesti, ecc, ecc).
Quando il risultato non è assolutamente nullo (e chiunque di noi conosce qualcuno che ci ha provato, per poi abbandonare mesto e sconfitto l’iniziativa, perché non ha portato niente di niente) il più delle volte l’azienda investitrice scopre di avere pagato cifre anche importanti per ritrovarsi in mezzo a tutte le aziende concorrenti del settore, dalle quali si cerca di distanziarsi con fatica proprio
tramite il mezzo che invece le raggruppa, senza fornire al potenziale cliente (target aziendale) elementi per scegliere la propria azienda rispetto alle altre.
Con venti o trenta aziende che operano nello stesso settore, il più delle volte l’utente deve scegliere il suo referente basandosi sull’indirizzo, perché non ha altri elementi di scelta si cui basare la sua decisione.
Il tutto con investimenti che nella maggioranza dei casi non sono giustificati da un ritorno appetibile, e che gli investitori NON sanno quantificare né analizzare, anche perché chi prende i soldi non dà loro gli strumenti per farlo (e se ne guardano bene, chissà perché...)
In più l’idea che le PMI hanno della potenza comunicativa e della copertura del territorio non va aldilà, molte volte, del comprensorio dove operano. In un mondo dove lo spostamento e la fluidità di movimento sono diventati diktat giornalieri per tre quarti della popolazione.
I perché di queste situazioni sono molteplici: mancanza di
conoscenza, improvvisazione, mercati fluttuanti, mancanza di elasticità imprenditoriale, scarsa professionalità dei consulenti, ecc. ecc. Ma non è il momento questo di analizzare queste problematiche, che trovano spazio adeguato in altri capitoli. Anche perché la situazione imprenditoriale si sta rapidamente evolvendo, e, nel nostro caso, coloro che hanno affrontato la Rete si trovano oggi nella maggioranza dei casi a dover rivedere lo strumento e l’uso che ne hanno fatto finora, arrivando assai raramente ed in numero irrisorio a decidere di disfarsene per mancanza di ritorno.
Ciò che invece importa è capire i fondamenti di una certa comunicazione, e trovare il modo più semplice e diretto di trasmetterli.
La maggioranza dei dati elaborati hanno esigenza di essere trasmessi, per avere un motivo di esistere nei conti economici dell’Azienda. E’ vitale, infatti, che le informazioni generate all’interno dell’Azienda stessa (ovviamente relative al business) circolino quanto più liberamente
possibile, arrivando ad un numero di interessati da coinvolgere più ampio e con la maggiore velocità concepibile, impiegando, al tempo stesso, minori risorse possibili.
Elasticità ed efficienza sono parole d’ordine, che incrementano la produttività in maniera esponenziale. Ognuno deve essere in grado di difendere le proprie frontiere senza per questo limitare grandemente la propria operatività.
E quali sono le uniche problematiche che possono impedire questo processo? Risposta: l’ignoranza in generale e la mancanza di conoscenza tecnologica di base dei mezzi informatici.
Ma per porre rimedio efficacemente alla situazione (che poi è in definitiva il nostro lavoro), dobbiamo prima capire un concetto fondamentale (che dovrà poi essere altrettanto efficacemente trasmesso), e cioè quello di Network, in una accezione un poco diversa dal solito.
Le imprese italiane (e non solo) sono potenzialmente (e anche effettivamente) parte di un Network, anche se non lo sanno.
Il loro gruppo
comprende varie situazioni, come:
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altre imprese come loro ( la concorrenza viene vista spesso come un grosso ostacolo, ma contribuisce a fare risorsa)
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associazioni industriali e imprenditoriali, più o meno settoriali.
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fornitori e distributori; la filiera in genere
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amministrazioni locali, mondo politico e sindacale, associazioni e movimenti
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mondo finanziario e mondo politico
Tutti conosciamo queste realtà, e le affrontiamo ogni giorno. E proprio perché le dobbiamo affrontare, e sappiamo quanto è dura, le consideriamo come ostacoli il più delle volte. Ma esse fanno parte e costituiscono il tessuto sociale connettivo, il circolo in cui operiamo e con il quale dobbiamo scambiare informazioni spesso anche importanti. E Internet è da sempre il modo più veloce e immediato per comunicare con queste realtà
Le PMI sono spesso più recidive all’uso avanzato di Internet, dove per avanzato si intende al servizio del business
E’ possibile allungare la lista
in base al settore merceologico di cui l’Azienda fa parte, o alla sua “internazionalità” (sbocchi di mercato esteri, fornitori posizionati fuori dal paese, presenza all’estero di impianti produttivi), autorità amministrativo/ politiche, economiche (del paese o dei paesi in cui opera), forze sociali attive localmente. In ultimo il consumatore /cliente finale e il lavoratore (RISORSA) dell’Azienda.
Le PMI sono già parte di uno scenario fatto di nodi connessi fra loro. Quindi sono già inconsciamente pronte all’uso della rete per il mantenimento e lo sviluppo COOPERATIVO all’interno del network nel quale sono immerse, e dei vantaggi derivanti dall’uso della Rete come strumento per lo sviluppo. Esse lo possono fare:
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comunicando con il contesto sociale e politico del quale sono geograficamente ed economicamente parte
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gestendo i partner, i fornitori, la filiera in genere.
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usando correttamente la piena funzionalità degli strumenti che hanno già a disposizione
Mancando la
confidenza con le tecnologie dell’informazione, probabilmente esse hanno anche la convinzione di poterne fare a meno, per non dire che le temono.
Per condurre le Piccole e Medie Aziende Italiane a usare efficacemente Internet, come strumento avanzato per il loro Business, è inevitabile far comprendere loro che buona parte di queste aziende fa Network e pratica economie di Rete ogni giorno. Se si riesce a far comprendere loro questo fatto, tramite una valente consulenza, si può pensare di aver già fatto un importante passo verso il loro posizionamento nella Rete.
Le tecnologie (e di conseguenza anche i linguaggi tecnici relativi) vengono dopo, e soltanto dopo il trasferimento dei concetti di base. E quando si promuove una certa cultura, un preciso atteggiamento mentale, indotto da informazioni e concetti chiari e comprensibili, anche la tecnologia di supporto viene recepita come amica, o perlomeno come non dannosa.
Di solito viene fornita la tecnologia senza la cultura e la formazione
necessaria per usarla al meglio. Ciò comporta rifiuto da parte dell’utente/Cliente verso l’innovazione e lo sviluppo, rendendo poi le cose molto più difficili.
Per questi motivi, e per la Vision di MDA, il Cliente è una risorsa, non una rottura. Sta al professionista gestire al meglio tale risorsa, non pretendendo e/o costringendo lui a capire come deve essere gestito.
Il concetto fondamentale è che è il Cliente che ha bisogno di imparare i nuovi concetti e le nuove metodologie, e sta al consulente trasmetterli, evitandogli il FAI DA TE, senza snaturarli perché gli diventino più accettabili.
In fondo, sebbene esistano numerose modelli di autovetture, le tipologie di carburante solo, essenzialmente, solo due. Se avvenisse il contrario, e cioè si cercasse di personalizzare la benzina per ogni utente, partendo dal presupposto esattamente contrario a quello attuale, non è difficile prevedere che il mondo si fermerebbe
MEDIA AGENCY APPLICA IL CONCETTO DI BELLEZZA FUNZIONALE.
QUALSIASI PRODOTTO O SERVIZIO E' BELLO PRIMA DI TUTTO QUANDO FUNZIONA.